Tante piccole cose by Stefano Etzi

Tante piccole cose by Stefano Etzi

autore:Stefano Etzi
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Sopraffazione, Umiliazione, violenza famigliare, Sradegna, Premio Italo Calvino, Polifonia
ISBN: 9788899207441
editore: DALIA s.r.l.s.
pubblicato: 2020-12-09T00:00:00+00:00


21.

Quando leggo su internet di ragazzi che fanno stronzate gravi mi prende un magone che fatica a lasciarmi. Quante ne ho fatte anche io e l’ho passata liscia! Per esempio, mi ricordo di quel ragazzino che stava passeggiando sul lungomare di non so quale città – mi pare fosse al sud – e aveva spinto in acqua un anziano che camminava accanto a lui. Forse era con gli amici, forse pensava che avrebbe fatto ridere vedere un anziano annaspare, fatto sta che il vecchietto è caduto, si è spaventato, magari ha battuto la testa, ha iniziato a bere, infine è morto, annegato in poco più di mezzo metro d’acqua. Il ragazzino voleva uccidere? Certo che no, è stato cretino molto più che assassino.

Intendiamoci, io non ho mai fatto niente di lontanamente paragonabile ad ammazzare un uomo – seppure involontariamente e per mal esplicitato spirito goliardico – eppure mi sento vicino a quel ragazzino. Da bambini non vi è mai capitato di fare un danno – non importa la gravità, da bambino tutti i danni sono gravi – e subito dopo sentire il cuore risalire in gola, il respiro diventare affannato? Uno di quei momenti in cui vorreste scomparire, anzi, vorreste non essere mai nati? A me capitava spesso, come quando mi ero messo a lanciare limoni con la racchetta da tennis. A casa mia avevamo tre alberi sempre carichi – io almeno li ricordo così – e venivano tutti a prenderne: vicini, parenti, conoscenti, non ce n’era uno che passava a trovarci e se ne andava senza una busta piena di limoni. Li sprecavamo, addirittura. Volevo due gocce di limone nel tè? Nessun problema: scendevo in cortile, ne prendevo uno, lo tagliavo a metà, ne spremevo un pochino dentro la tazza e via, il resto nel bidone della spazzatura. Insomma, giocare con i limoni per me era una cosa normale. Un po’ meno normale, soprattutto per i miei vicini di casa, fu vedersi piombare in giardino, sui balconi, sui tetti, una pioggia di limoni che mi premuravo di lanciare quanto più forte possibile con una vecchia Babolat fucsia avuta da un mio compagno delle medie che faceva tennis. Mi divertivo, finché non suonò a casa il signor Fenu, con una faccia insolitamente arrabbiata e un limone in mano.

“Stanno arrivando limoni da casa vostra – aveva detto – e uno mi ha spaccato il finestrino della macchina”.

“Stanno arrivando limoni?” sentii dire da mio padre.

“Alberto!” disse invece mia madre.

Perché avevo iniziato a tirare limoni? Perché avevo continuato? Avevo dieci anni, forse undici, ero perfettamente in grado di capire che avrei potuto fare dei danni, eppure non ci pensavo, mi piaceva l’idea di avere quelle palline infinite e di poterle lanciare senza preoccuparmi di dover andare a recuperarle. E allora? Ero stupido? Io credo che nessuno sia stupido ma che tutti – taluni più spesso, talaltri raramente – facciamo delle cose stupide. Basta una sciocchezza per essere messi alla gogna e lapidati? Purtroppo sì, ma a me non piace, anche se credo di



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.